C’è un filo di continuità tra la passeggiata di Federico Durand nel bosco incantato di “El libro de los árboles mágicos” e le sette nuove istantanee raccolte in “El idioma de las luciérnagas”. Con la danza inafferrabile delle scintille si concludeva appunto il lavoro precedente e al loro fluttuare fugace e irregolare è concettualmente dedicata l’ultima creazione dell’artista argentino, ancora frutto di modulate intersezioni tra field recordings e minute particelle elettroacustiche.
Benché gli elementi che formano “El idioma de las luciérnagas” non differiscono in maniera significativa rispetto a quanto in precedenza realizzato da Durand, dalla sua magica scatola sonora fuoriesce questa volta un universo di loop, note acustiche ed esili filtraggi elettronici organico e coeso come non mai. Ne risultano brevi sinfonie naturalistiche costellate da suoni evanescenti e magici come scintille, dotate di fascino imperscrutabile come lucciole in una sera primaverile, pervase da un romanticismo che nei rugiadosi frammenti di pianoforte e nella brillante eco dei campanellini trova perfetto complemento a soffi ambientali spontanei e leggeri come un respiro.
È la natura che vive e si trasforma quella impressa da Durand nei solchi del solo vinile nel quale è pubblicato il disco, con una delicatezza che non necessita di ricorrere a iterazioni droniche né a progressioni ambientali. “El idioma de las luciérnagas” è piuttosto una fedele rappresentazione della pacifica e irripetibile meraviglia di un singolo istante di luce, in completa simbiosi tra gli elemento.
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Grazie mille Music Won't Save You per la bella recesione! F.